SAI RICONOSCERE UNA PERSONA CHE MENTE..?

mercoledì 27 aprile 2011

SINCERITÀ VERITÀ E FIDUCIA


Il verbo “mentire” esprime un’azione di grado positivo e non ha verbo specifico come contrario.
Il verbo”smentire” significa “ritrattare” o “asserire l’infondatezza di certe notizie. Il contrario di “mentire” è in parte “dire il vero” che, tuttavia, si oppone anche a “dire il falso per errore” Quasi certamente il contrario più vicino di “mentire” è “essere sincero”.
Che cosa è allora la sincerità?
E’ una proprietà psicologica in base alla quale il soggetto garantisce la corrispondenza piena fra ciò che dice e ciò che pensa, che conosce e che sente.
Ovvero,crede in quello che dice e dice quello che crede.
In questa condizione egli può anche dire il falso, ma si tratta di una falsità per errore e per ignoranza. In quanto sincero, egli è degno di stima e di fiducia.

Per realizzare la comprensione di altri abbiamo bisogno del principio di interpretabilità.
Facciamo affermazioni vere, cioè conformi a cose che si ritengono vere.
Bisogna presupporre che il parlante voglia dire la verità che costituisca lo scopo e la norma della sua comunicazione.
Su questo presupposto il “principio di carità”rappresenta i fondamento della fiducia fra le persone.
Infatti la verità ha una sola versione, mentre la menzogna ha mille volti.
Se la menzogna diventasse la norma e se la sfiducia conseguente si generalizzasse, verrebbe meno la società intera con le sue convenzioni e con le sue norme.

Quid est veritas?


La più rilevante definizione in riferimento alla menzogna, genera la verità come (corrispondenza o concordanza) con la realtà.
Platone affermò nel Cratilo che « vero è il discorso che dice le cose come sono, falso che le dice come non sono», oppure, con le parole di Aristotele, «dire di ciò che è, che non è,oppure dire di ciò che non è, che è, è falso: mentre dire di ciò che è, che è,oppure di ciò che non è,che non è vero»

A questo principio Aristotele aggiunse due teoremi:
a.       la verità è nel pensiero e nel linguaggio, non nelle cose
b.      la misura della verità è la cosa, non il pensiero o il discorso; di conseguenza, una cosa non è bianca perché si asserisce con verità che è tale, ma si asserisce con verità che è tale, perché essa è bianca.
A questo proposito Karl Jasper afferma che il mondo è come è; di conseguenza, non il mondo ma la nostra conoscenza può essere vera o falsa.

giovedì 21 aprile 2011

MENZOGNE E SEGRETI


Un’ultima distinzione da affrontare è quella fra menzogna e segreto.
Entrambe queste situazioni hanno a che fare con l’occultamento intenzionale di informazioni.
In realtà sia chi tiene un segreto, sia chi dice una bugia, non rileva in modo intenzionale una informazione.
Pur  tuttavia sappiamo tutti che, un conto è tenere un segreto e un conto è dire una menzogna.
 Dove sta la differenza fra questi due processi comunicativi?
In linea di principio, il segreto è una conoscenza che (James Bond) non intende far sapere a (Gheddafi)  poiché si sente in diritto di non fargliela sapere. Tale diritto concerne soprattutto certi ambiti della propria vita personale( come la privacy e il diritto di difesa) e sociale ( come il segreto professionale o il segreto di stato).
Tuttavia, il diritto a tenere un segreto entra in competizione con il diritto a sapere da parte dell’interlocutore.
Per esempio il giudice ha il diritto di sciogliere il segreto professionale in udienze riservate e nei casi previsti dalla legge.
In questa prospettiva il segreto è il risultato di un processo di negoziazione fra il diritto a tacere di un testimone e il diritto a conoscere del giudice.
Di conseguenza, il segreto può diventare una menzogna quando il testimone non ha diritto di tacere e il giudice ha il diritto a conoscere.
In tal caso, il segreto si trasforma in omissione di informazioni, che è un classico  esempio di inganno e menzogna.
Le proprietà essenziali dell’atto di mentire sono tre:
a.       la falsità del contenuto di quanto viene comunicato in modo linguistico o extralinguistico;
b.      la consapevolezza di tale falsità;
c.       l’intenzione di ingannare il destinatario
L’intenzione di ingannare consiste nel fare in modo che il destinatario creda a ciò che il parlante sa di non essere vero.
a.       AA inganna BB dicendo l’enunciato π soltanto sé….
b.      AA conosce che π è falso (e che non π è BB a condividere e a credere che π è vero)
c.       AA intende ingannare BB
La menzogna è un atto comunicativo consapevole.
In noi, esseri umani una menzogna inconsapevole non esiste.
Occorre che il mentitore comunichi all’interlocutore una conoscenza “non vera
Ciò avviene solamente in due casi:
a.       far credere il falso
b.      non far credere il vero

martedì 12 aprile 2011

GLI INDIZI DELLA MENZOGNA


LA MENZOGNA TRA VERITA’ FALSITA’ E FINZIONI

 
Per cercare di parlare della menzogna prima  bisogna liberare il campo da una serie di fenomeni che appaiono simili alla menzogna ma che menzogne non sono.
Quindi è utile sapere come  distinguere tra la menzogne e le finzioni.
Di per sé le menzogne non sono  delle finzioni. Infatti le prime rimandano al concetto di falso, mentre le finzioni  rinviano  al concetto di finto.
La menzogna non è una finzione, mentre la finzione è qualcosa di fasullo,artefatto,appunto finto.
Possiamo quindi dire che la maschera è finta, mentre la parrucca è falsa, poiché la maschera esibisce i segni del suo non essere vera.
 Invece la parrucca vuole essere creduta per quello che non è.
La finzione quindi è fingere. E’ il passaggio di una certa attività con un dato significato in una attività somigliante ma che in un altro contesto assume significato diverso.
Un’altra differenza fondamentale è quella fra la menzogna e l’errore.
 Un conto è dire il falso per ignoranza del vero e un conto è dire il falso conoscendo la verità.
In entrambe le situazioni abbiamo a che fare con la falsità, ma nel primo caso  siamo di fronte a un errore, nel secondo a una menzogna. Tutti sappiamo bene che l’errore non è una menzogna.
 In realtà chi dice il falso per ignoranza, lo dice in buona fede e in un modo non intenzionale.
 Quindi chi dice il falso senza saperlo,non dice una menzogna e il suo discorso non è menzognero.

Esiste quindi una differenza sostanziale fra errore e  menzogna.
 In quest’ultima prima si conosce la verità e poi si dice il falso;
nell’errore prima si dice il falso senza esserne consapevoli e pensando di dire il vero, poi si viene a conoscere la verità.
 Di conseguenza, se una persona dice il falso per errore, nel momento in cui lo dice non lo ritiene tale.
 E’ evidente che esistono diversi tipi di errore.
Vi è l’errore giustificato, ossia l’errore commesso in buona fede e vi è l’errore non giustificato, quello dovuto a negligenza, a sbadataggine o a superficialità.
In quest’ultima situazione vale l’affermazione di Brecht chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco;ma chi conoscendola, la chiama bugia è un malfattore..”