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venerdì 7 settembre 2012

LA PREVENZIONE E IL TRATTAMENTO DELLA CRIMINALITA ’

MODELLI DI PREVENZIONE DELLA CRIMINALITA’ 

Profilassi:

-   Provvedimenti medico-psico-pedagogici necessari per soggetti specifici, minori o adulti
Prevenzione:
-   Provvedimenti diretti a combattere le cause generali della criminalità
-   Il modello di Brantingham distingue tra:


1)  Prevenzione primaria: eliminazione o riduzione delle condizioni criminogene dell’ambiente fisico e sociale
2)  Prevenzione secondaria: identificazione precoce dei potenziali delinquenti
3)  Prevenzione terziaria: prevenzione della recidiva dopo la commissione di un crimine




-   Il modello di Bandini distingue invece tra 4 attività di prevenzione:

1)  Attività prima del delitto e fuori dal sistema penale: politica sociale, interventi individuali, ecc
2)  Attività prima del delitto e mediante il sistema penale: prevenzione generale prevista dal sistema penale
3)  Attività dopo il delitto e mediante il sistema penale: trattamento in detenzione e libertà, effetti di neutralizzazione, ecc
4)  Attività dopo il delitto e fuori dal sistema penale: programmi di mediazione e conciliazione tra autore e vittima



LE SINDROMI DA DETENZIONE

















Numerosi studi hanno dimostrato che l’ambiente carcerario tende a strutturarsi negativamente, fino a diventare esso stesso fonte di corruzione e crimine.
 Va inoltre osservato l’effetto dell’etichetta negativa che ha un ex-carcerato nella società in seguito al suo rilascio.



La struttura del carcere:

-   L’ambiente carcerario è oggi strutturato secondo i seguenti fattori:

a)   Culturale: sottocultura carceraria che si forma nell’ambiente

b)  Individuale: aspetti dinamici dei rapporti culturali e conflittuali

c)   Fisico: tipologia architettonica degli istituti e delle strutture di sicurezza

 d)  Organizzativo: orario casermistico, ritiro degli oggetti personali, ecc

e)   Esterno: limitazioni ai contatti e alle comunicazioni

Sindrome di “prisonizzazione”:






















-   Clemmer

-   Processo di acculturazione in cui un soggetto che entra in carcere è esposto a  “fattori universali di prisonizzazione”  : accettazione di un ruolo inferiore, ricezione passiva dell’organizzazione, sviluppo di abitudini nuove, ecc.

-   L’esposizione continuata a questi fattori comporta le 3 fasi che compongono la sindrome:

1)  Reazione

2)  Depressione

3)  Adattamento

-   E’ importante stare attenti alle possibili tendenze suicide della seconda fase
-   La terza è tuttavia la più pericolosa, poiché può comportare nei casi più gravi una depersonalizzazione o psicosi vere e proprie

Psicosi da detenzione (o Sindrome di Ganser):

-   Comporta apparenti assurdità di pensiero che contrastano con la normale condotta
-   Il carcerato può dimenticare il proprio nome, la propria età o sbagliare i calcoli elementari e, allo stesso tempo, mantenere intatte tutte le altre facoltà
-   La sindrome diviene quindi una specie di fuga nella malattia, con cui il carcerato si isola dal nuovo, turbante ambiente in cui deve vivere


LE MISURE ALTERNATIVE DI DETENZIONE










Probation:

-   Metodo di trattamento riservato a delinquenti selezionati
-   Consiste nell’affidamento del soggetto alla supervisione di un incaricato qualificato per assicurargli un trattamento adeguato alle sue esigenze di risocializzazione
-   Se il periodo di prova è positivo, la pena viene cancellata
-   Se negativo, viene confermata e il soggetto incarcerato

Parole:

-   Liberazione condizionale di soggetti che hanno già scontato parte della pena
-   Il detenuto deve rispettare determinate regole per un periodo di tempo
prestabilito e ovviamente non commettere altri reati
-   In Italia la Parole corrisponde all’affidamento in prova al servizio sociale ed è concesso di norma quando la pena totale non supera i 3 anni


LA CRISI DELL’IDEOLOGIA DEL TRATTAMENTO E LE NUOVE POLITICHE DI CONTROLLO SOCIALE















Crisi dell’ideologia del trattamento:

-   Negli anni ’70 e ’80 si viene a creare una crisi dell’ideologia del trattamento

-   Il motivo principale è il fatto che i metodi di detenzione alternativi non hanno sortito gli effetti sperati, soprattutto in ambito di recidivismo

-   Nascono quindi due correnti alternative:

a) Riabilitativa: che sostiene a spada tratta l’ideologia del trattamento

b) Retributiva: sorta negli ’80, neoclassica, che propugna la Just Desert

Theory, ossia “ricevere ciò che si merita

-   Negli ultimi 30 anni del Novecento si è poi creata negli Stati Uniti una “cultura  del  controllo”  derivante da una sempre più crescente  ossessione per la sicurezza (peggiorata in tempi recenti dopo l’11 settembre 2001)

-   Ciò ha condotto negli USA alla nascita di una concezione della detenzione basata sulla  “tolleranza  zero

-   In Italia si è visto invece un fenomeno sostanzialmente inverso, pur caratterizzato dalle oscillazioni pendolari tipiche della politica italiana

-   Una brusca svolta si è avuta ad inizio anni ’90 con il giustizialismo innescato dall’avvento di Mani Pulite
-   I problemi del trattamento carcerario e dei suoi effetti indesiderabili sono comunque attualissimi


La mediazione penale:

-   Nuova modalità di gestione delle situazioni problematiche che hanno rilevanza penale

-   Si fanno dialogare autore e vittima in modo da migliorare i rapporti tra le parti

-   In Italia viene applicata soprattutto nei processi a carico di minori

-   Solitamente si usa in casi di reati contro la persona 

(ingiurie, minacce, oltraggi, lesioni, ecc) e contro la proprietà (furto, danneggiamento, ecc)