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giovedì 19 luglio 2012

DISTURBI MENTALI E CRIMINALITA ’

CAPITOLO QUINTO

-   Per anni si è ritenuto che malattia mentale e criminalità fossero  indissolubilmente legati
-   In realtà numerosi studi hanno confermato che la maggior parte dei criminali non presenta alcun disturbo mentale
-   La patologia psichica, semmai, può rendere i soggetti più vulnerabili


 INFERMITA’, MALATTIA E IMPUTABILITA’





 Infermità e malattia:

-   Il codice penale parla solo di infermità totale o parziale di mente
    (rispettivamente artt. 88 e 89)  
-   In realtà la nozione di infermità è più ampia di quella di malattia
-   Una malattia è certamente un’infermità, ma non viceversa
-   La  definizione medico –  legale di malattia prevede:
a)   Abnormità rispetto ad una media statistica
b)  Dinamicità
c)  Presenza di intervento sanitario
d) Presenza di disturbi funzionali e apprezzabili

-   Nella categoria della malattia rientrano:

a)  Alterazioni psichiche dovute ad eziologia morbosa e organica
b) Schizofrenia
c)  Disturbi maggiori dell’umore
d) Disturbi psichici più gravi che sconvolgono la vita quotidiana

-   Nella categoria di malattia NON rientrano invece:

a)  Disposizioni abnormi delle facoltà intellettive di lieve entità
 b) Disturbi della personalità
c)  Parafilie
d) Reazioni psicogene
e)  Disturbi d’ansia, somatoformi e dissociativi



Imputabilità:

-   Inizialmente si tendeva a considerare il malato di mente sempre e
    comunque non imputabile 
-   Ciò derivava da una concezione fortemente patologica e debilitante dei
    disturbi mentali
-   Con l’evolversi della psichiatria moderna (anche grazie all’antipsichiatria)
     è cambiata sia la concezione di malattia mentale, sia quella
     dell’imputabilità del malato  
-   Oggi si evita sempre di considerare non imputabile a priori un malato di
     mente, ma si tende a valutare approfonditamente ogni singolo caso

BREVE STORIA DELLA PSICHIATRIA



-   Fino all’illuminismo la malattia mentale era considerata “demoniaca”:
    il malato era un invasato, posseduto dal demonio

Settecento:
-   Comincia una lenta evoluzione nel trattamento dei malati mentali
-   Gli ospedali si umanizzano così come le terapie

Ottocento:
-   Nell’Ottocento si comincia a studiare scientificamente i disturbi mentali
-   La psichiatria diventa gradualmente una scienza autonoma
-   Forte influenza della neurologia e della psicoanalisi

Novecento:
-   Si cominciano a creare quadri nosografici sempre più articolati
-   Il trattamento è comunque considerato come custodia e i malati come
    alienati
-   Nella seconda metà del secolo si assiste invece ad un rapido  
    cambiamento che comporta una netta umanizzazione del trattamento 
     psichiatrico
-   In Italia nel 1978 viene approvata la legge 180 (legge Basaglia), che chiude
    definitivamente i manicomi


PSICOSI A BASE SOMATICA

Psicosi organiche:
-   Sono dovute ad affezioni sistemiche con interessamento cerebrale (disfunzioni endocrine, del metabolismo, ecc) o diretta localizzazione encefalica (tumori, ascessi, encefaliti, ecc)
-   Sono poco interessanti in campo criminologico



Psicosi tossiche:
-   Dovute ad abuso di alcool, sostanze stupefacenti e farmaci
-   Particolarmente interessanti in campo criminologico per i frequenti delitti commessi in stato di ubriachezza



PSICOSI FUNZIONALI 


Schizofrenia:
-   Malattia mentale che compromette in maniera più grave il funzionamento psichico di un individuo
-   Comporta una dissociazione del pensiero e della personalità e un distacco
dalla realtà
-   Secondo il DSM –  IV –  TR per porre diagnosi di schizofrenia si devono presentare i seguenti sintomi per almeno 6 mesi:
a)  Deliri bizzarri, non strutturati, assurdi
b) Allucinazioni
c)  Eloquio e comportamento bizzarri, disorganizzati o rallentati, catatonici
(→ “sintomi positivi” → se prevalgono si parla di  schizofrenia di tipo I)
d)   Appiattiment o dell’affet tività,  inerzia  volitiva,  abulia  (→ “sintomi negativi” →se prevalgono si parla di  schizofrenia di tipo II)
e)  Lavoro e relazioni interpersonali assai compromessi dall’esordi o del
disturbo

-   In criminologia la fase più rilevante è quella dei sintomi positivi, in cui i pazienti mostrano maggiore propensione ad agiti aggressivi
-   L’omicidio commesso dallo schizofrenico è caratteristico per la rarità o
l’inesistenza di un complice
-   Nella fase negativa il paziente tende invece a commettere reati di poco conto
-   La natura cronica del disturbo porta spesso a deterioramento mentale
-   L’impunità è completamente esclusa in fase positiva, parzialmente esclusa in fase negativa


Disturbi Deliranti Cronici (Paranoia):

-   Disturbo che presenta (al contrario della schizofrenia) deliri ben strutturati, lucidi, non bizzarri
-   Il sintomo basilare è proprio quello del delirio
-   Il paziente ha fede incrollabile nelle proprie idee
-   Il DSM – IV – TR riconosce varie forme di paranoia:
a)  tipo erotomanico
b) di grandezza
c)  di gelosia
d) di persecuzione (paranoia propriamente detta)
e)  tipo somatico
f)  tipo misto
g) tipo non specificato
-   Il paziente paranoico, in preda ai propri deliri, può  commettere i crimini più vari, dalla calunnia all’omicidio

Disturbo Psicotico Condiviso (Folie à Deux):

-   Disturbo raro, più frequente tra le donne e nei soggetti con disabilità fisiche
che li rendono dipendenti da altre persone
-   Comporta un delirio che viene trasmesso da una persona ad un’altra, più debole e recettiva, nel contesto di una relazione stretta
-   Le persone coinvolte presentano caratteristiche del tutto simili



Disturbo Psicotico Breve (Psicosi Reattiva Breve):

-   Disturbo che comprende patologie mentali acute a comparsa improvvisa
-   Presenta disturbi, allucinazioni, disorganizzazione di pensiero e comportamento, confusione, disorientamento
-   Compare solitamente dopo un evidente stress fisico e/o psichico
-   Dopo l’iniziale fase acuta, tende a regredire in tempi brevi (più di un giorno, meno di un mese) fino al completo esaurimento
-   Durante la fase acuta si registrano spesso agiti aggressivi che possono essere rilevanti a livello criminologico
-   Un caso particolare è la  psicosi post – partum, che va diagnosticata il prima possibile per scongiurare eventuali tentativi di suicidio o infanticidio


Disturbi dell’Umore:
-   Disturbi della sfera timica che includono:
1)  Depressione Maggiore
2)  Disturbi Bipolari (Psicosi Maniaco –  Depressive)
-   Il disturbo bipolare presenta episodi alternati di depressione e maniacalità
-   L’episodio depressivo presenta tristezza, pena, angoscia, perdita di interesse
per ogni attività, inappetenza, anedonia, abulia, ritiro sociale
-   Nell’episodio maniacale il quadro clinico è esattamente opposto a quello depressivo: euforia, felicità, tachilalia, iperattività, insonnia totale
-   Gli episodi si alternano con polarità, periodicità e frequenza variabile
-   Tra un episodio e l’altro possono intercorrere anche periodi di normalità
-   Gli episodi depressivi hanno valore criminologico per la tendenza al raptus mealonicus (es: sterminio della propria famiglia e conseguente suicidio)
-   Ancor più interessante per la criminologia è l’episodio maniacale, che spesso
comporta la tendenza a condotte disinibite


DISTURBI DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI
-   Insieme di disturbi che implicano una irrefrenabile tendenza ad assecondare ogni impulso, senza capacità di resistervi
-   Il soggetto avverte una ingravescente tensione ed eccitazione prima di
compiere l’atto e una grande soddisfazione dopo che l’ha compiuto

Disturbo Esplosivo Intermittente:

-   Comprende saltuari, ma numerosi episodi di incapacità a resistere agli impulsi rabbiosi ed aggressivi
-   Spesso comporta gravi atti di violenza sulle persone o distruzione di proprietà
-   Il soggetto dopo l’atto si sente appagato, ma anche imbarazzato e dispiaciuto

Cleptomania:

-   Consiste in una spinta impellente a rubare oggetti, anche non necessari o facilmente acquistabili
-   Normalmente il soggetto, dopo il furto, getta via gli oggetti
-   Il furto non è motivato da rabbia, ritorsione, vendetta né è programmato o realizzato con complici

Piromania:

-   Tendenza irrefrenabile ad appiccare incendi in modo deliberato ed intenzionale
-   Il soggetto è attratto dal fuoco e da tutto ciò che lo riguarda: spesso si aggira
intorno alle caserme dei vigili del fuoco
-   Come il furto del cleptomane, l’incendio del piromane non è assolutamente motivato sentimenti negativi o da fini utilitaristici






DISTURBI DI PERSONALITA’

-   Insieme di disturbi che presentano caratteristiche disadattative persistenti ed inflessibili, marcatamente diverse dalle aspettative della cultura del soggetto
-   Si può riflettere in varie aree: cognitiva, affettiva, del funzionamento interpersonale e del controllo degli impulsi
-   Ne deriva un malessere generalizzato e un forte disadattamento sociale
-   Spesso il paziente affetto da disturbi di personalità presenta una storia difficoltosa, costellata da problemi familiari
-   I pazienti affetti da disturbi di personalità non vengono considerati malati di mente e la loro imputabilità deve essere accuratamente analizzata nell’ambito di ogni singolo caso

-   Il DSM – IV – TR classifica i disturbi di personalità in 3 cluster:

a)  Cluster A: Paranoide, Schizoide e Schizotipico
b)  Cluster B: Antisociale, Borderline, Istrionico e Narcisistico
c)  Cluster C: Evitante, Dipendente e Ossessivo –  Compulsivo

-   N.B.: spesso i pazienti mostrano una concomitanza di disturbi appartenenti a
cluster diversi

Disturbo Schizoide:

-   Gli individui affetti sono persone chiuse, fredde, emotivamente distaccate
-   Non hanno amici o confidenti, sono poco interessati alle esperienze sessuali
-   Sono insensibili alle critiche o alle lodi
-   Hanno grandi difficoltà ad inserirsi in ogni ambiente sociale
-   Di frequente commettono reati violenti (sessuali, rapina, omicidio, ecc) con estremo distacco e freddezza

Disturbo Paranoide:

-   Persone diffidenti, sospettose, che dubitano della correttezza e lealtà altrui, specialmente del partner
-   Rigidi, non tollerano rimproveri
-   Inclini a reagire con rabbia e violenza
-   Il disturbo paranoide non va confuso con la paranoia, che è un disturbo delirante cronico con precisi sintomi ideativi
-   Se il disturbo paranoide è associato a quello schizotipico, si viene a formare quella che una volta veniva detta  personalità fanatica
-   Tra gli affetti di disturbo paranoide si trovano spesso membri di movimenti terroristici, estremistici o appartenenti a sette criminose



Disturbo Schizotipico:

-   Persone stravaganti, bizzarre, piene di sospetti
-   Hanno credenze magiche e strane
-   Pensiero e linguaggio iperelaborati, metaforici, eccentrici
-   Scarso interesse sentimentale

Disturbo Borderline:

-   Di definizione molto complessa e controversa
-   Persone con spiccata instabilità e intensità nelle relazioni interpersonali
-   Alternazione di momenti di svalutazione ed idealizzazione dell’altro
-   Grande variabilità polare dell’umore nell’arco di poche ore
-   Forte impulsività
-   Spesso compiono gesti di automutilazione o tendono al suicidio
-   Forte tendenza ad abusare di alcool o droga

Disturbo Antisociale:

-   Il paziente non riconosce i diritti altrui e tende a violare costantemente le regole sociali
-   Tendenza alla disonestà e alla falsità
-   Grave deficit nel Super – Io
-   Nessun tipo di rimorso

Disturbo Istrionico:

-   Emotività eccessiva, continua ricerca di attenzioni
-   Sono persone che tendono alla drammatizzazione e alla teatralità
-   Spesso si comportano in modo sessualmente provocante
-   Tipici di questo disturbo sono la millanteria, la simulazione di reato, la
truffa e l’esercizio professionale abusivo

Disturbo Narcisistico:

-   Il paziente ha una grandiosa immagine di sé e ricerca in continuazione
conferme dall’ambiente a lui circostante
-   E’ assorbito da fantasie di successo, potere, bellezza e fascino
-   Si ritiene speciale
-   Tende ad approfittare del prossimo
-   Manca di empatia
-   E’ presuntuoso, arrogante, invidioso e crede di essere lui stesso invidiato
-   Spesso è intelligente e di buona estrazione sociale → non è raro trovarlo tra i
criminali dal colletto bianco



ALTRE FORME PSICHIATRICHE DI RILEVANZA CRIMINOLOGICA

Ritardo mentale:

-   Funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media
-   Esordisce nell’infanzia o comunque entro i 18 anni
-   Comporta spesso disadattamento sociale, anomalie comportamentali, impulsività, irrazionalità e disinibizione sessuale

Demenza:

-   Deterioramento del funzionamento intellettivo in età adulta
-   Vengono lese la memoria, l’attenzione, le funzioni logiche, prassiche, di
riconoscimento, di critica e di programmazione
-   Spesso comporta disinibizione sessuale
-   Ha scarso interesse criminologico (al massimo reati sessuali minori, quali esibizionismo o molestie)




PARAFILIE:

-   Tipo di  disturbo  del  comportamento  sessuale  e  dell’ identità  di  genere
-   Sono quelle che una volta si indicava impropriamente come  perversioni
-   Spesso l’attività parafilica è coatta ed impulsiva: i soggetti non riescono a frenare gli impulsi

    Fanno parte delle parafilie:

a)  Esibizionismo
b) Feticismo
c)  Pedofilia
d) Voyerismo
e)  Masochismo
f)  Sadismo sessuale
g) Froutterismo

    In ambito criminologico hanno grande importanza per ciò che concerne i reati sessuali





Reazioni abnormi:

-   Reazioni anomale e sproporzionate ad esperienze psicotraumatizzanti
-   A volte la reazione può svilupparsi in una vera e propria psicosi temporanea
(v.  Psicosi Reattive Brevi)

Epilessia:

-   Scarica brusca, simultanea ed acuta di un ampio gruppo di neuroni
-   Il soggetto può essere portato a compiere azioni estranee al comportamento abituale e al suo pensiero
-   Importanza criminologica ha l’epilessia temporale, poiché colpisce una zona
(lobo temporale) importante per l’integrazione fra coscienza ed emozione











































































lunedì 9 luglio 2012

L’EVOLUZION E DELLE TEORIE NELL’ INTERPRETAZIONE DEL CRIMINE

parte quarta





-   Storicamente le interpretazioni dei fenomeni criminologici si distinguono in
    due tipi principali di teorie:




1) TEORIE SOCIOLOGICHE

     ▪  Reato come prodotto della società
     ▪  Delinquenti si diventa
     ▪ Nurture
     ▪  Determinismo sociale


2) TEORIE ANTROPOLOGICO/CLINICHE

     ▪  Reato come espressione della personalità individuale
     ▪  Delinquenti si nasce
     ▪  Nature
     ▪  Determinismo biologico

3) TEORIE MULTIFATTORIALI
     ▪ Reato come integrazione di fattori sociali ed individuali

TEORIE SOCIOLOGICHE

Norimberga, 1945, Palazzo di Giustizia:
gli accusati, come criminali di guerra, seguono una fase del processo; la pena maggiore prevista dagli Alleati vincitori è quella capitale

Durkheim:

-   Padre della moderna sociologia
-    Funzionalismo sociologico:
     ▪ Il crimine è parte integrante e funzionalmente utile della società
     ▪ Ciò che varia sono la frequenza e la gravità dei crimini
-    Anomia: frattura delle regole sociali

 Clifford Shaw:

-   Appartenente alla c.d.  Scuola di Chicago (anni ‟30, indirizzo ecologico)
-    Teoria delle aree delinquenziali:
      ▪La criminalità si sviluppa prevalentemente in aree metropolitane a maggiore potenziale criminogeno    
        per via di decadimento, sovraffollamento e povertà
     
      ▪ Nelle ricerche di Shaw le aree delinquenziali combaciavano con quelle del centro storico

E. H. Sutherland:

-   Dedica la propria vita all’analisi sociologica del crimine
-   Riprende la  legge  dell’ imitazione  d i  Tarde  (la criminalità è frutto dell’imitazione di comportamenti  
    altrui)
-   Grande oppositore delle teorie cliniche
-   Primo ad interessarsi alla criminalità economica → conia il termine White Collars Crime
  Teoria delle associazioni differenziali:
     ▪ Composta da sette principi basilari, il crimine è causato da un’esposizione (precoce, ripetuta,
       prolungata   
        ed intensa) ad un eccesso di definizioni favorevoli alla violazione della legge   
     ▪ Non dà grande importanza ai mass media, ma si concentra sul  rapporto frontale
     ▪ La devianza deriva dall‟apprendimento di tecniche sociali illecite
    ▪ L‟apprendimento avviene per la maggior parte nel contesto dei gruppi primari (famiglia, scuola, amici,  
       ecc)
    ▪ Il limite più grande della teoria è che presta attenzione alle associazioni differenziali, ma non alle  
      risposte differenziali
-    Disorganizzazione sociale:
a)  Conflitto di norme: coesistenza di norme contrastanti
b) Anomia : mancanza di norme




Teorie basate sull’immigrazione e sul conflitto culturale:

-   Sellin, 1938→Conflitto di culture
-   Vari studi si sono interessati della criminalità derivante dall’immigrazione
-   Fino agli anni ’70 si pensava che gli immigrati fossero più delinquenti dei nativi, ma successivi studi
    avevano dimostrato che non vi era grande differenza     
-   Semmai vi era netta differenza tra la I e la II generazione di immigrati: la II tendevano a delinquere
    maggiormente poiché la loro identità culturale non è perfettamente definita
-   A partire dagli anni ‟80 però vi è stata un’impennata della criminalità tra gli immigrati
-   Ciò si può ricondurre ad una decisa modificazione del fenomeno
    dell‟immigrazione negli anni:
 Anni ‘70  →    migrazione di domanda →     fattori di attrazionevisibile
 Anni ’80  –  ‘90  →   migrazione di offerta→fattori di spintaclandestina

Teorie basate sulle “sottoculture”:
-    Sottocultura: sottocategoria minoritaria di una cultura, in criminologia non ha valore dispregiativo

-    Sottocultura: sottocategoria minoritaria di una cultura, in criminologia non ha valore dispregiativo
-   Cloward, Ohlin → tre tipi di sottoculture delinquenziali:

1) Sottocultura criminale: diretta al conseguimento di guadagni materiali con mezzi illegittimi

2) Sottocultura conflittuale: frustrata da carenze di vario genere, mostra con la delinquenza il suo malcontento    

3) Sottocultura astensionista: rifiuta l‟integrazione con la cultura dominante e si isola dalla società  convenzionale
    
-   Ferracuti, Wolfgang → Sottocultura della violenza: dispone di norme proprie in contrasto con quelle della cultura dominante (vedi mafie)
-   Tipi di valori sottoculturali:
a)  Valori concordi tollerati
b) Valori discordi non tollerati




La teoria dell‟etichettamento (labeling theory)


-   U.S.A., anni ‟60
-   La criminalità è vista come l‟esito di un processo di costruzione sociale
-   Il termine “criminale” affibbiato ad un condannato diviene un’etichetta sociale
    che porta ad una inevitabile  stigmatizzazione dell’individuo
-   Secondo questa teoria la devianza è un aspetto secondario: uno non diventa delinquente per ciò che ha  fatto, ma per come viene definito   
-   La giustizia imprime il marchio, la società lo rimarca
-   La devianza è indispensabile per la società: se non esistesse non si potrebbe distinguere la condotta “giusta”
-   La Labeling Theory  fu utile per portare alla luce i pericoli della stigmatizzazione, ma poco concluse sulla spiegazione della criminalità come oggettivo problema sociale 


La criminologia critica:

-   Nasce tra gli anni ‟60 e ‟70 , forte influenza dagli avvenimenti del ‘68
-   La criminalità costituisce una forma di dissenso (individuale o di gruppo) nei confronti delle istituzioni di potere 

-   La delinquenza verrebbe meno una volta superata l’impostazione capitalistica della società

TEORIE ANTROPOLOGICO – CLINICHE

L‟indirizzo criminologico – clinico:

-   Indirizzo partito con gli studi di Lombroso
-   Si tratta di una criminologia del “passaggio all’atto” (acting out), è quindi ha una forte dimensione eziologica ed individualistica  

-   Vengono valutate le caratteristiche biologiche, psichiatriche e psicologiche
     degli individui
-   Per anni questo indirizzo ha caratterizzato la  scuola italiana

I fattori biologici ed ereditari:
-   Esistono senza dubbio delle tare ereditarie, ma queste rappresentano solo il “terreno di disposizione” su cui si può eventualmente formare un comportamento deviante



-   La maggior parte degli studi sull’ereditarietà del comportamento criminale

    riguardano i gemelli monovulari
-   A seguito di tutti i risultati, si è giunti alla conclusione che NON esistono
forme di criminalità ereditarie, ma solo predisposizioni probabilistiche: i geni sono i c.d.
 “campi di reazione”, ma la loro espressione dipende dall’ambiente

Le sindromi cromosomiche:
-   Malattie infettive (parotite, toxoplasmosi, ecc), malattie croniche (tubercolosi, sifilide, ecc), abuso di alcool o stupefacenti o assunzione di sostanze teratogene durante la gravidanza  
-   Lesioni craniali durante il parto
-   Problemi legati alla pubertà
-   Fenomeni endocrinologici


Etologia e sociobiologia:

-   Numerosi studi sull’aggressività in campo etologico e sociobiologico hanno contribuito a comprendere meglio il comportamento aggressivo umano  

-   Per Lorenz l’aggressività umana si spiega tramite il passaggio da un ambiente “naturale” ad uno  “culturale” che valorizza la violenza come strumento di potere 

-   Questi studi in generale hanno avuto grande importanza nel sottolineare determinati fattori istintuali  nel comportamento umano   



Le neuroscienze:
-   Lo studio del cervello da parte delle neuroscienze ha permesso di ipotizzare che il comportamento criminale possa derivare dall’inibizione delle strutture più recenti dell’organo a favore di quelle più antiche   (il c.d. “cervello rettile”)  









TEORIE MULTIFATTORIALI 


Teoria dei contenitori:

-   Reckless, 1955
-   L‟agire umano è regolato da  due fattori di controllo (“contenitori”):
    a)   Esterno: aspetti normativo – culturali (società, famiglia, ecc)
    b)  Interno: aspetti intrapersonali (autocontrollo, super – io, ecc) 
-   Il difetto di un contenitore può essere sopperito dall’altro

Teoria del basso autocontrollo:

-   Gottfredson, 1989
-   Grande importanza del contenitore familiare nell’impartire la giusta educazione
-   Il comportamento deviante deriva da un basso livello di autocontrollo, dovuto a sua volta da problemi di socializzazione nei primi 6-8 anni di vita   
-   Il problema di socializzazione è causato dall’inadeguatezza dell’azione educativa dei genitori

L’EVOLUZIONE DELLA CRIMINOLOGIA DOPO GLI ANNI ‟60

-   Dopo gli anni ‟60 ha sempre più preso piede la consapevolezza della complessità di fondo che contraddistingue la condotta criminale  
-   Ciò ha contribuito a determinare una crisi in campo criminologico, dovuto soprattutto alla grande  trasformazione che la società subisce in quegli anni
-   Si sviluppa sempre più la vittimologia
-   Nascono nuove forme di crimine
-   La criminalità in generale aumenta enormemente


I NUOVI REATI

-   A partire dagli anni ‟70 cominciano a svilupparsi nuove forme di reato prima sconosciute o comunque  poco studiate
-   I White Collar Crimes di cui aveva già parlato Sutherland cominciano a far sentire la loro importanza nella  società, soprattutto in termini di impunità, scarsa attenzione mediatica ed estrema dannosità sociale
-   Vengono identificati i  Corporate Crimes, ossia i reati societari
-   Viene identificata la criminalità ambientale
- La criminalità organizzata assume la forma di una vera e  propria impresa, fino al punto di entrare nell’economia legale e a confondersi con essa
         
-   Nascono i primi crimini informatici (Computer Crimes), dapprima tipici di personale interno alle istituzioni (insiders), poi anche di gente comune (hackers →outsiders)

DROGHE, TOSSICODIPENDENZA E CRIMINALITA’

-   L‟uso di droga nella società ha subito numerose evoluzioni nel tempo
-   A partire dagli anni ‘60 si ha il boom nell’uso di sostanze illegali
-   Negli anni ‘70 si passa da un uso di sostanze psicodislettiche “motivato”  da ideologie politiche,   filosofiche o religiose, ad un un uso di sostanze psicolettiche “demotivato” e fine a se stesso
-   La reazione sociale al problema della droga è passata da una fase di iniziale repressione ad una di maggior comprensione che vede il fenomeno più come patologia da curare che come crimine
-   Il rapporto tra assunzione di droga e criminalità varia da sostanza a sostanza

LA PERCEZIONE E LA PAURA DEL CRIMINE

-   Numerose ricerche hanno dimostrato che la sicurezza del singolo cittadino o di una comunità è prima di  tutto una condizione psicologica
-   Nel tempo sono stati proposti molti modelli interpretativi della paura del  crimine

Modello dell‟Incivility:

-   Nelle grandi città un insieme di fattori (povertà, eterogeneità etnica, ecc) favoriscono dei processi di   disorganizzazione urbana e sociale che si manifestano con segnali ben visibili, detti  “indicatori  di  incivility”

-   Gli indicatori possono essere fisici (finestre rotte, vandalismo, degrado urbanistico) o sociali (delinquenza minorile, prostituzione, spaccio di droga)

-   La loro presenza viene interpretata dai cittadini come segnali di scarso controllo sociale e incutono in loro un senso di insicurezza

Percezione del crimine:
-   La percezione sociale del crimine si divide in due aspetti:
     a)  Concerno of crime: preoccupazione generale per il problema, a livello locale o nazionale
     b)  Fear of crime: paura personale per il problema, inteso come pericolo imminente e diretto
-   Una grande insicurezza diffusa può ridurre la coesione sociale e, paradossalmente, aumentare il rischio  effettivo di criminalità

La criminologia urbanistica:
-   Ambito che trae origine dalla  psicologia ambientale
-   Studia quali strutture urbanistiche siano più adatte a prevenire la delinquenza

Teoria dello spazio difendibile:
-   Oscar Newman, 1973
-   Programma di prevenzione basato sul concetto di  “spazio  difendibile” : i singoli devono essere spinti dalla struttura architettonica ad aumentare il proprio senso di responsabilità per la cura della stessa e la sua  protezione    
-   Lo spazio difendibile si persegue attraverso 4 elementi:
a)   Territorialità (senso di proprietà  sull‟edificio)
b)  Sorveglianza (facilitazione dell‟osservazione delle aree circostanti)
c)   Imago (prevenzione degli “edifici ghetto”)
d)  Ambiente (assicurazione di un certo numero di attività circostanti)

LA CRIMINOLOGIA POST – MODERNA
-   Le teorie criminologiche più recenti rispecchiano dei concetti del contesto storico attuale quali il
    relativismo, l’eterogeneità, lo scetticismo e un certo pessimismo sociologico di fondo
-   Alcune teorie, per render conto della complessità dei fenomeni criminali, si sono ispirate alla teoria del   caos