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lunedì 9 luglio 2012

L’EVOLUZION E DELLE TEORIE NELL’ INTERPRETAZIONE DEL CRIMINE

parte quarta





-   Storicamente le interpretazioni dei fenomeni criminologici si distinguono in
    due tipi principali di teorie:




1) TEORIE SOCIOLOGICHE

     ▪  Reato come prodotto della società
     ▪  Delinquenti si diventa
     ▪ Nurture
     ▪  Determinismo sociale


2) TEORIE ANTROPOLOGICO/CLINICHE

     ▪  Reato come espressione della personalità individuale
     ▪  Delinquenti si nasce
     ▪  Nature
     ▪  Determinismo biologico

3) TEORIE MULTIFATTORIALI
     ▪ Reato come integrazione di fattori sociali ed individuali

TEORIE SOCIOLOGICHE

Norimberga, 1945, Palazzo di Giustizia:
gli accusati, come criminali di guerra, seguono una fase del processo; la pena maggiore prevista dagli Alleati vincitori è quella capitale

Durkheim:

-   Padre della moderna sociologia
-    Funzionalismo sociologico:
     ▪ Il crimine è parte integrante e funzionalmente utile della società
     ▪ Ciò che varia sono la frequenza e la gravità dei crimini
-    Anomia: frattura delle regole sociali

 Clifford Shaw:

-   Appartenente alla c.d.  Scuola di Chicago (anni ‟30, indirizzo ecologico)
-    Teoria delle aree delinquenziali:
      ▪La criminalità si sviluppa prevalentemente in aree metropolitane a maggiore potenziale criminogeno    
        per via di decadimento, sovraffollamento e povertà
     
      ▪ Nelle ricerche di Shaw le aree delinquenziali combaciavano con quelle del centro storico

E. H. Sutherland:

-   Dedica la propria vita all’analisi sociologica del crimine
-   Riprende la  legge  dell’ imitazione  d i  Tarde  (la criminalità è frutto dell’imitazione di comportamenti  
    altrui)
-   Grande oppositore delle teorie cliniche
-   Primo ad interessarsi alla criminalità economica → conia il termine White Collars Crime
  Teoria delle associazioni differenziali:
     ▪ Composta da sette principi basilari, il crimine è causato da un’esposizione (precoce, ripetuta,
       prolungata   
        ed intensa) ad un eccesso di definizioni favorevoli alla violazione della legge   
     ▪ Non dà grande importanza ai mass media, ma si concentra sul  rapporto frontale
     ▪ La devianza deriva dall‟apprendimento di tecniche sociali illecite
    ▪ L‟apprendimento avviene per la maggior parte nel contesto dei gruppi primari (famiglia, scuola, amici,  
       ecc)
    ▪ Il limite più grande della teoria è che presta attenzione alle associazioni differenziali, ma non alle  
      risposte differenziali
-    Disorganizzazione sociale:
a)  Conflitto di norme: coesistenza di norme contrastanti
b) Anomia : mancanza di norme




Teorie basate sull’immigrazione e sul conflitto culturale:

-   Sellin, 1938→Conflitto di culture
-   Vari studi si sono interessati della criminalità derivante dall’immigrazione
-   Fino agli anni ’70 si pensava che gli immigrati fossero più delinquenti dei nativi, ma successivi studi
    avevano dimostrato che non vi era grande differenza     
-   Semmai vi era netta differenza tra la I e la II generazione di immigrati: la II tendevano a delinquere
    maggiormente poiché la loro identità culturale non è perfettamente definita
-   A partire dagli anni ‟80 però vi è stata un’impennata della criminalità tra gli immigrati
-   Ciò si può ricondurre ad una decisa modificazione del fenomeno
    dell‟immigrazione negli anni:
 Anni ‘70  →    migrazione di domanda →     fattori di attrazionevisibile
 Anni ’80  –  ‘90  →   migrazione di offerta→fattori di spintaclandestina

Teorie basate sulle “sottoculture”:
-    Sottocultura: sottocategoria minoritaria di una cultura, in criminologia non ha valore dispregiativo

-    Sottocultura: sottocategoria minoritaria di una cultura, in criminologia non ha valore dispregiativo
-   Cloward, Ohlin → tre tipi di sottoculture delinquenziali:

1) Sottocultura criminale: diretta al conseguimento di guadagni materiali con mezzi illegittimi

2) Sottocultura conflittuale: frustrata da carenze di vario genere, mostra con la delinquenza il suo malcontento    

3) Sottocultura astensionista: rifiuta l‟integrazione con la cultura dominante e si isola dalla società  convenzionale
    
-   Ferracuti, Wolfgang → Sottocultura della violenza: dispone di norme proprie in contrasto con quelle della cultura dominante (vedi mafie)
-   Tipi di valori sottoculturali:
a)  Valori concordi tollerati
b) Valori discordi non tollerati




La teoria dell‟etichettamento (labeling theory)


-   U.S.A., anni ‟60
-   La criminalità è vista come l‟esito di un processo di costruzione sociale
-   Il termine “criminale” affibbiato ad un condannato diviene un’etichetta sociale
    che porta ad una inevitabile  stigmatizzazione dell’individuo
-   Secondo questa teoria la devianza è un aspetto secondario: uno non diventa delinquente per ciò che ha  fatto, ma per come viene definito   
-   La giustizia imprime il marchio, la società lo rimarca
-   La devianza è indispensabile per la società: se non esistesse non si potrebbe distinguere la condotta “giusta”
-   La Labeling Theory  fu utile per portare alla luce i pericoli della stigmatizzazione, ma poco concluse sulla spiegazione della criminalità come oggettivo problema sociale 


La criminologia critica:

-   Nasce tra gli anni ‟60 e ‟70 , forte influenza dagli avvenimenti del ‘68
-   La criminalità costituisce una forma di dissenso (individuale o di gruppo) nei confronti delle istituzioni di potere 

-   La delinquenza verrebbe meno una volta superata l’impostazione capitalistica della società

TEORIE ANTROPOLOGICO – CLINICHE

L‟indirizzo criminologico – clinico:

-   Indirizzo partito con gli studi di Lombroso
-   Si tratta di una criminologia del “passaggio all’atto” (acting out), è quindi ha una forte dimensione eziologica ed individualistica  

-   Vengono valutate le caratteristiche biologiche, psichiatriche e psicologiche
     degli individui
-   Per anni questo indirizzo ha caratterizzato la  scuola italiana

I fattori biologici ed ereditari:
-   Esistono senza dubbio delle tare ereditarie, ma queste rappresentano solo il “terreno di disposizione” su cui si può eventualmente formare un comportamento deviante



-   La maggior parte degli studi sull’ereditarietà del comportamento criminale

    riguardano i gemelli monovulari
-   A seguito di tutti i risultati, si è giunti alla conclusione che NON esistono
forme di criminalità ereditarie, ma solo predisposizioni probabilistiche: i geni sono i c.d.
 “campi di reazione”, ma la loro espressione dipende dall’ambiente

Le sindromi cromosomiche:
-   Malattie infettive (parotite, toxoplasmosi, ecc), malattie croniche (tubercolosi, sifilide, ecc), abuso di alcool o stupefacenti o assunzione di sostanze teratogene durante la gravidanza  
-   Lesioni craniali durante il parto
-   Problemi legati alla pubertà
-   Fenomeni endocrinologici


Etologia e sociobiologia:

-   Numerosi studi sull’aggressività in campo etologico e sociobiologico hanno contribuito a comprendere meglio il comportamento aggressivo umano  

-   Per Lorenz l’aggressività umana si spiega tramite il passaggio da un ambiente “naturale” ad uno  “culturale” che valorizza la violenza come strumento di potere 

-   Questi studi in generale hanno avuto grande importanza nel sottolineare determinati fattori istintuali  nel comportamento umano   



Le neuroscienze:
-   Lo studio del cervello da parte delle neuroscienze ha permesso di ipotizzare che il comportamento criminale possa derivare dall’inibizione delle strutture più recenti dell’organo a favore di quelle più antiche   (il c.d. “cervello rettile”)  









TEORIE MULTIFATTORIALI 


Teoria dei contenitori:

-   Reckless, 1955
-   L‟agire umano è regolato da  due fattori di controllo (“contenitori”):
    a)   Esterno: aspetti normativo – culturali (società, famiglia, ecc)
    b)  Interno: aspetti intrapersonali (autocontrollo, super – io, ecc) 
-   Il difetto di un contenitore può essere sopperito dall’altro

Teoria del basso autocontrollo:

-   Gottfredson, 1989
-   Grande importanza del contenitore familiare nell’impartire la giusta educazione
-   Il comportamento deviante deriva da un basso livello di autocontrollo, dovuto a sua volta da problemi di socializzazione nei primi 6-8 anni di vita   
-   Il problema di socializzazione è causato dall’inadeguatezza dell’azione educativa dei genitori

L’EVOLUZIONE DELLA CRIMINOLOGIA DOPO GLI ANNI ‟60

-   Dopo gli anni ‟60 ha sempre più preso piede la consapevolezza della complessità di fondo che contraddistingue la condotta criminale  
-   Ciò ha contribuito a determinare una crisi in campo criminologico, dovuto soprattutto alla grande  trasformazione che la società subisce in quegli anni
-   Si sviluppa sempre più la vittimologia
-   Nascono nuove forme di crimine
-   La criminalità in generale aumenta enormemente


I NUOVI REATI

-   A partire dagli anni ‟70 cominciano a svilupparsi nuove forme di reato prima sconosciute o comunque  poco studiate
-   I White Collar Crimes di cui aveva già parlato Sutherland cominciano a far sentire la loro importanza nella  società, soprattutto in termini di impunità, scarsa attenzione mediatica ed estrema dannosità sociale
-   Vengono identificati i  Corporate Crimes, ossia i reati societari
-   Viene identificata la criminalità ambientale
- La criminalità organizzata assume la forma di una vera e  propria impresa, fino al punto di entrare nell’economia legale e a confondersi con essa
         
-   Nascono i primi crimini informatici (Computer Crimes), dapprima tipici di personale interno alle istituzioni (insiders), poi anche di gente comune (hackers →outsiders)

DROGHE, TOSSICODIPENDENZA E CRIMINALITA’

-   L‟uso di droga nella società ha subito numerose evoluzioni nel tempo
-   A partire dagli anni ‘60 si ha il boom nell’uso di sostanze illegali
-   Negli anni ‘70 si passa da un uso di sostanze psicodislettiche “motivato”  da ideologie politiche,   filosofiche o religiose, ad un un uso di sostanze psicolettiche “demotivato” e fine a se stesso
-   La reazione sociale al problema della droga è passata da una fase di iniziale repressione ad una di maggior comprensione che vede il fenomeno più come patologia da curare che come crimine
-   Il rapporto tra assunzione di droga e criminalità varia da sostanza a sostanza

LA PERCEZIONE E LA PAURA DEL CRIMINE

-   Numerose ricerche hanno dimostrato che la sicurezza del singolo cittadino o di una comunità è prima di  tutto una condizione psicologica
-   Nel tempo sono stati proposti molti modelli interpretativi della paura del  crimine

Modello dell‟Incivility:

-   Nelle grandi città un insieme di fattori (povertà, eterogeneità etnica, ecc) favoriscono dei processi di   disorganizzazione urbana e sociale che si manifestano con segnali ben visibili, detti  “indicatori  di  incivility”

-   Gli indicatori possono essere fisici (finestre rotte, vandalismo, degrado urbanistico) o sociali (delinquenza minorile, prostituzione, spaccio di droga)

-   La loro presenza viene interpretata dai cittadini come segnali di scarso controllo sociale e incutono in loro un senso di insicurezza

Percezione del crimine:
-   La percezione sociale del crimine si divide in due aspetti:
     a)  Concerno of crime: preoccupazione generale per il problema, a livello locale o nazionale
     b)  Fear of crime: paura personale per il problema, inteso come pericolo imminente e diretto
-   Una grande insicurezza diffusa può ridurre la coesione sociale e, paradossalmente, aumentare il rischio  effettivo di criminalità

La criminologia urbanistica:
-   Ambito che trae origine dalla  psicologia ambientale
-   Studia quali strutture urbanistiche siano più adatte a prevenire la delinquenza

Teoria dello spazio difendibile:
-   Oscar Newman, 1973
-   Programma di prevenzione basato sul concetto di  “spazio  difendibile” : i singoli devono essere spinti dalla struttura architettonica ad aumentare il proprio senso di responsabilità per la cura della stessa e la sua  protezione    
-   Lo spazio difendibile si persegue attraverso 4 elementi:
a)   Territorialità (senso di proprietà  sull‟edificio)
b)  Sorveglianza (facilitazione dell‟osservazione delle aree circostanti)
c)   Imago (prevenzione degli “edifici ghetto”)
d)  Ambiente (assicurazione di un certo numero di attività circostanti)

LA CRIMINOLOGIA POST – MODERNA
-   Le teorie criminologiche più recenti rispecchiano dei concetti del contesto storico attuale quali il
    relativismo, l’eterogeneità, lo scetticismo e un certo pessimismo sociologico di fondo
-   Alcune teorie, per render conto della complessità dei fenomeni criminali, si sono ispirate alla teoria del   caos

































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